Nel 1180, un piccolo gruppo di monaci guidati da Ascherio, un laico che aveva fondato un piccolo cenobio a Rivalta Scrivia, un paese vicino a Tortona, arriv in queste terre, poste a ridosso del Po, allora ...leggi tutto
Pubblicato il 2022-06-07
ABBAZIA DI SANTA MARIA DI ACQUALUNGA
Acqualunga
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Nel 1180, un piccolo gruppo di monaci guidati da Ascherio, un laico che aveva fondato un piccolo cenobio a Rivalta Scrivia, un paese vicino a Tortona, arrivò in queste terre, poste a ridosso del Po, allora acquitrinose e malsane, con lintento di bonificarle e costruire una nuova casa comune, improntata al lavoro e alla preghiera. La venuta di Ascherio ad Acqualunga non era improvvisata: già da qualche tempo i rapporti della sua piccola comunità con il Vescovo di Tortona si erano fatti complicati, e anche burrascosi, tantè che ad un certo punto Ascherio stabilì di affidare la struttura di Rivalta ai monaci cistercensi dellAbbazia di Santa Maria di Lucedio a Trino Vercellese, collegandosi con loro. I Cistercensi erano un ordine monastico relativamente giovane: li aveva fondati a Citeaux, in Borgogna, nel 1098 (un anno prima della presa di Gerusalemme da parte dei Crociati), Roberto di Molesme, e da quella località francese i monaci avevano tratto il nome della loro Congregazione. Il loro fondatore aveva creato la sua nuova comunità nellintento di riformare e moralizzare lOrdine Certosino, che effettivamente si era allontanato dai valori della spiritualità, del sacrificio e della dedizione a cui si ispiravano le comunità monastiche, per farsi trascinare negli affari e lasciarsi coinvolgere nel culto delle cose terrene. A Roberto di Molesme si era unito anche Bernardo di Clairvaux, il fondatore della splendida Abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano. Prossimo alla morte, avvenuta nel 1185, Ascherio affidò in eredità allOrdine dei Cistercensi anche la piccola Abbazia di Acqualunga. Dal 1204 il cenobio diventò autonomo, mantenendosi aggregato allOrdine cistercense. Nel Quattrocento lAbbazia viene assegnata in beneficio al nobile senese Francesco Todeschini Piccolomini, nipote di Papa Pio II. Lo stesso Piccolomini, divenuto a sua volta Papa col nome di Pio III, concesse nel 1503 lAbbazia (Abbatia de Acqua Longa) al nobile Galeazzo Pietra, poi divenuto primo Vescovo di Vigevano, in seguito alla creazione di quella diocesi da parte di Papa Clemente VII Medici. Questo fatto venne a sancire la fine della famigliola monastica di Acqualunga, anche se almeno tre monaci furono comunque mantenuti nella struttura per lordinaria manutenzione almeno fino al 1798, anno della sua soppressione definitiva. La struttura destinata ai monaci ora è completamente scomparsa, anche se si sa che si trovava nella parte sud della Chiesa. Lattuale sacrestia è ubicata nei locali dellantica foresteria. La Chiesa è di modeste dimensioni, perché evidentemente la comunità cistercense era poco numerosa. È un edificio in mattoni, a tre navate, ciascuna a doppia campata, con le volte a crociera. Manca del transetto, e anche il coro è a doppia campata, fiancheggiato da cappelle. La struttura è stata più volte rimaneggiata, ma ha conservato comunque la sua originaria planimetria. Componenti gotiche a fianco di elementi tardo romanici fanno supporre che ledificio possa risalire alla prima metà del XIII secolo, mentre la facciata è ancora posteriore di qualche decennio. Gli interni hanno subito rifacimenti in età più tarda: laltare centrale, molto bello, è in marmi policromi, secondo il gusto del barocco piemontese, molto diffuso in Lomellina.
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la Chiesa rimarrà chiusa nei giorni
Nel 1180, un piccolo gruppo di monaci guidati da Ascherio, un laico che aveva fondato un piccolo cenobio a Rivalta Scrivia, un paese vicino a Tortona, arriv in queste terre, poste a ridosso del Po, allora acquitrinose e malsane, con lintento di bonificarle e costruire una nuova casa comune, improntata al lavoro e alla preghiera.